Dolce sitl web: Pino Bruno


Le parole al tempo di internet
Si chiude la stagione della letteratura itinerante di “Spiagge d'autore”



L'evento culturale che ha tenuto insieme l'estate e che ha visto Fasano inserita tra le località d'autore con Lido Santos a Torre Canne, si chiude con Pino Bruno autore di Dolce stil web.

Giornalista Rai presso la redazione del Tg 3 regionale della Puglia, Bruno scrive per passione e per dovere e si occupa di divulgazione della cultura digitale. Ha scritto numerosi libri per la Sperlig & Kupfer e per Mondadori Informatica. L'ultimo, Dolce stil web, racconta della rivoluzione linguistica operata da internet e dal mondo digitale.

Mentre il dolce stil novo operò la più grande rivoluzione linguistica dell'occidente sdoganando il volgare, nel terzo millennio accade il contrario. Quella sorta di lingua elitaria, fino a pochi anni fa riservata a pochi iniziati al mondo dell'informatica, con la diffusione capillare di internet, ha ormai assunto la dimensione di una lingua volgare, alla portata di tutti. La rete, insomma, è stata fautrice di una sorta di spontaneo processo di democrazia dal basso annullando ogni distanza con chi governa i processi della rete, partecipando direttamente alla creazione di nuovi processi. La rete, dunque, ha realizzato quello che la politica non è stato in grado di fare. Di più. "Mentre la politica si arrocca, - commenta Pino Bruno – si chiude in se stessa, ponendo di fatto un freno alla democrazia, castrando il mondo dell'informazione, costringendo se stessa a dipendere dal mercato, perdendo la sua facoltà di indirizzare le scelte, comprese quelle del mercato stesso, il mondo digitale, la rete in particolar modo, dimostra di essere libera e spontaneamente partecipata, indipendente, libera soprattutto da padroni che anno come unico obbiettivo il profitto economico più che la cooperazione, lo sviluppo, il progresso e la conoscenza".

Nascono così le parole al tempo di internet. Parole come scaricare, uploadare, linkare, downloadare, chattare, rippare, blobbare, craccare, termini della rete che ormai sono entrati a far parte del linguaggio comune, anche di chi non frequenta internet e il mondo digitale.  Le parole al tempo di internet sono parole di tutti create da tutti.
Più che un dizionario o un manuale, Dolce stil web è come una bussola, per esperti e meno esperti della rete e della tecnologia digitale, adatto anche per i bambini - i soggetti più a rischio -, per orientarsi in un mondo che cambia di continuo, disseminato anche di insidie, trappole e miraggi, che evolve a vista d'occhio e in cui le ere non si misurano più in millenni ma in anni, a volte anche in mesi.
"L'Italia – conclude Bruno – è l'unico paese del mondo digitalizzato, l'unico paese tra i sette più avanzati al mondo, a presentarsi inadeguato e senza una cultura digitale di base. Tant'è che nei programmi ministeriali della scuola dell'obbligo non c'è n'è traccia di investimenti in tal senso. E questo è davvero un problema sociologico troppo sottovalutato". E infatti, invece di educare all'uso della rete, invece di ridurre il divario digitale (digital divide), preparando le nuove generazioni e aggiornando quelle contemporanee alla cultura e all'economia del terzo millennio (basti pensare alle continue gaff del presidente del consiglio Silvio Berlusconi che non distingue Google da Gogol), si preferisce stare a guardare paesi in via di sviluppo, ancora pressati da povertà e ritardi strutturali come la Cina e l'India, sorpassarci senza lasciarsi alcuna possibilità di recupero, almeno per il momento. Fortuna vuole che la rete non ha preclusioni di sorta e l'analfabetismo digitale lo combatte da sé: audaces fortuna iuvat!

giuseppe vinci

pubblicato su Graffio II  n. 17 - sett. 2010



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