La guerra di Vandana: un filo sottile tra Puglia e India

Vandana Shiva


“La nonviolenza è il primo articolo della mia fede e l'ultimo del mio credo” 
M.K.Ghandi


Vandana Shiva: la guerra nonviolenta per i beni comuni e i diritti universali

La sua prima volta in Puglia è stata a febbraio su invito di Nichi Vendola.
Dice:
la Puglia offre grandi occasioni per riflettere sul futuro della Terra.
E infatti Nichi Vendola da presidente della Regione Puglia, ispirato anche dal libro "Le guerre dell'acqua" ha portato avanti l'impegno per la ripubblicizzazione dell'AQP (Acquedotto Pugliese) che, da società di diritto privato torna ad essere ente di diritto pubblico.

Sessantadue anni, Attivista e ambientalista indiana, originaria di Dhera Dun, Vandana Shiva, laureata in Fisica Quantistica alla University of Western Ontario, Canada,  dedica da più di quarant'anni tutta la sua vita alla difesa della Terra.
Le sue battaglie vanno dalla lotta contro la deforestazione a quelle contro sfruttamento minerario, dalla difesa delle sementi alla difesa dell'acqua. E poi le lotte per la biodiversità e contro la desertificazione delle terre agricole, i brevetti sulle varietà agricole ibride e poi ancora gli OGM.

La incontiamo a Cisternino per il Festival dei Sensi, a mezzanotte inoltrata, alla Masseria Montereale. Oltre un migliaio di ospiti disposti sull'aia ai piedi della masseria con ospiti illustri come Onofrio Introna,  Presidente del Consiglio Regionale pugliese.

Con indosso il "sari", il tradizionale abito indiano,  tiene inchiodato il pubblico, come rapito dal racconto della sua vita e delle sue battaglie. Racconta di aver scoperto in Puglia tanti punti in comune con le tradizioni dell'India e con le sue battaglie.
I fichi, ad esempio, che nella cultura indu e in quella musulmana, grazie alla loro capacità energetica, sono di fondamentale importanza nei periodi di digiuno. E in Puglia, soprattutto nei paesi della murgia, è ancora viva la tradizione di conservare i fichi - una volta secchi e trasformati in leccornie con mandorle e aromi naturali - per i giorni freddi dell'inverno, oggi ormai diventati un prodotto di alta gastronomia distratto dalla tradizione per la gloria del mercato.

Il suo primo pensiero va alla Regione Puglia e a Nichi Vendola per aver dichiarato l'acqua bene pubblico, diritto umano inalienabile, non soggetta alle regole del mercato, in pieno accordo con le recenti risoluzioni dell'ONU.
In molte culture - sottoliena la Shiva - va diffondondosi l'idea, promossa dal liberismo, che ogni bene di questo mondo sia equiparabile a una merce e pertanto oggetto di scambio economico soggetto alle spietate regole del mercato che, quando non le ritiene più redditizie finisce per distruggerle piuttosto che conservarle per le gnerazioni future.

La Coca Cola, in India, nello stato del Kerala, dopo aver ottenuto la concessione governativa per l'estrazione dell'acqua, ha iniziato a imbottigliare acqua minerale come se fosse il prodotto di un suo brevetto, con l'indicazione in etichetta "prodotto da Coca Cola". In realtà l'unica attività della multinazionale è stato lo sfruttamento delle falda acquifere (a danno delle colture e delle comunità impoverite e assetate), l'imbottigliamento per uso privato di un bene comune e la vendita, in un rapporto assolutamente iniquo rispetto al costo pressoché gratuito delle concessioni.
E' così che, dalla disperazione delle popolazioni delle smisuarate campagne del continente indiano, dalla stanchezza e dalla sofferenza scaturita dalla mancanza di acqua, nascono i ricorsi presso la Corte Suprema dell'India. Ricorsi che hanno registrato il successo delle donne raccolte in Satyagraha (lotta nonviolenta) a cui è stato restituito il diritto all'acqua senza dover percorrere decine di miglia al giorno per combattere contro la sete e la desertificazione delle campagne. Alla Coca Cola, così, in India, dal 2004 sono state ritirae le concessioni che gli permettevano di sfruttare acqua, terra e vita umana.
Le battaglie di Vandana sono innumerevoli, come innumerevoli sono le vittorie a colpi di lotta nonviolenta e ricorsi alla Corte Suprema.

Puglia, storia e natura. Il filo sottile s'interrompe a Fasano
 
Ma torniamo alla linea sottile che lega la Puglia all'India, dalle lotte di Vandana Shiva e delle donne indiane alle lotte dei pugliesi come quella dell'Acqua e della ripubblicizzazione dell'AQP.
Mentre la battaglia sulla ripubblicizzazione del più grande acquedotto d'Europa è stata tutta politica e vinta (almeno per il momento) in seno al consiglio regionale, nonostante gli ostacoli del governo nazionale, quella promossa dal comitato Acqua Bene comune, che ha raccolto oltre 4 milioni di firme in tutta Italia, è una battaglia che deve ancora consolidarsi e concludersi. Ma i pugliesi e gli italiani sapranno affermare i loro valori e princìpi universali.

In Puglia, però, lotte per l'affermazione dei diritti, lotte contro la prepotenza, l'arroganza e lo sfruttamento a scopi commerciali e privati dei beni comuni, dei beni che mai bovrebbero essere una prerogativa esclusiva dei pochi capaci di muovere immensi capitali dalla dubbia provenienza - queste lotte - attendono ancora una vera presa di coscienza prima di essere condivise e affermate con successo.

Un esempio per tutti è quello che accade ormai da più di dieci anni lungo il litorale Adriatico, nel tratto che va da Egnazia a Torre Canne nel comune di Fasano. Qui, in provincia di Brindisi, con il pretesto della vocazione turistica del territorio, la costa - sempre più in mano ai privati, che delle concessioni se ne fanno un baffo - è in preda alla colonizzazione del nuovo feudalesimo. Sorgono in questo scorcio di Puglia i maggiori resort e masserie 5 stelle lusso, con tanto di campi da golf e lidi privati. E' qui che la costa è sempre più sottratta agli impotenti - a volte asserviti - abitanti del posto che hanno dovuto rinunciare gratuitamente, senza nulla in cambio, ma non senza far sentire la loro voce, ad anni (almeno un secolo) di consuetudini e tradizioni marine, cancellate in meno di un decennio. Basta navigare sulla rete per scoprire dell'esistenza strutture ricettive che offrono servizi tutto compreso e con prezzi che vanno da un minimo 500 € al giorno ad un massimo di 35,000 €. alla settimana. In strutture del genere non manca nulla e i Vip che sono ormai di casa, del territorio, della sua storia, dell'abuso che si perpetra da anni in quei luoghi, non solo non sanno nulla ma non hanno motivo né stimolo a farne conosenza, prigionieri come sono in queste gabbie dorate.

Il litorale e l'entroterra di Fasano, fra milioni di ulivi secolari e decine insediamenti rupestri (cavità naturali e artificiali antropizzate), un tempo abitati dalle comunità basiliane, sono interessati, a confine con il territorio di Monopoli, dalla presenza di Egnazia, il più importante parco archeologico della Puglia, uno dei primi in Italia. E ancora. A sud, a Torre Canne, verso Ostuni, invece, c'è la preziosissma presenza del Parco Regionale delle Dune Costiere (ne ho parlato qui), un raro gioiello di biodiversità a pericolo estinzione. 
Fasano, insomma, pur non godendo della fama come quella di cui gode Ostuni, è un territorio delicatissimo, fragile, prezioso, continuamente aggredito dalla speculazione edilizia, per cui biodiveristà ed equillibrio ambientale sono sempre più in pericolo, in cui la storia e l'archeologia, presenti e vive, rivendicano e attendono di essere recuperate e valorizzate come accade per tutti i monumenti storici che hanno fatto grande la storia e la memoria italiana.

Forse, solo così si renderebbe  e merito alla vera vocazione turistica e ambientale, che la terra d'Egnazia ha ereditato dalla natura e dalla storia.
Frose, in questo modo, quel filo sottile che lega l'oriente all'occidente, la Puglia all'India, quel filo sottile di lotte non violente e di conquiste di pace, di amore per la Terra Madre e condivisione fraterna tra gli uomini, potrà assurgere alla dignità che anelano tanto le parole dei grandi politici del nostro tempo, quanto quelle di grandi imprenditori, sempre più simili a nuovi podestà più che ai grandi magnati.

L'incontro con questa donna meravigliosa è terminato, sono quasi le due del mattino. Saluto, alla maniera indu, questa maestra di vita e intanto in testa mi frullano le riflessioni che vi ho appena proposto.

Om, Namastè.

gv

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