Cremazione: una soluzione economica ed ecologica



Pregiudizi ed affari sono il primo ostacolo

Il commercio lucroso di loculi e cappelle funebri pare sia antico quanto l'uomo.
Anche nella antica Roma, soprattutto quella imperiale, dove la pratica della cremazione era stata ereditata dalla cultura greca, il commercio dei loculi era un problema sentito, tanto che il colombarium, da cui ha origine l'attuale cimitero, aveva un “mercato” tutto suo con la possibilità di acquistare o affittare il loculo. Bastava apparire o quanto meno non sfigurare difronte al giudizio conformista della massa.
E' inutile dire che la vanità umana sin da allora si spingeva oltre ogni ragionevolezza tanto da spingere le famiglie benestanti ad apparire anche difronte alla grande dissoluzione delle forme: la morte. Il fenomeno s'accentuò quando con l'affermarsi del cattolicesimo, la cremazione cedette il posto all'inumazione, dettata dal pregiudizio e dalla forzatura della dottrina cattolica stessa, preoccupata dalla risurrezione dei corpi e dal potere temporale soprattutto a occupare gli spazi della politica.

Oggi, presso la nostra cultura, nonostante la dottrina cristiana non abbia argomenti in contrasto con questa pratica antica e saggia, e nonostante la chiesa cattolica sin dal 1963, con apposita bolla di Paolo VI, l'abbia definitivamente affrancata da antiche e pregiudiziali scomuniche, la pratica della cremazione, soprattutto in Italia, stenta ad affermarsi. Un ritardo culturale e civile che si fonda ancora, da una parte su pregiudizi, dall'altra sulla speculazione. I funerali del resto sono un vero e proprio affare.
La bolla di Paolo VI, intanto, afferma che la cremazione “non tocca l'anima, non impedisce all'onnipotenza divina di ricostruire il corpo”. Ma sappiamo come, i pregiudizi, nonostante la verità emerga in tutta la sua evidenza, stentano a svanire essendosi radicati nella mentalità e nella pratica comune.

Gli odierni cimiteri, come è noto, sono sempre più simili a vere e proprie città, complessi da amministrare e soggetti anche a gravi questioni igieniche e edilizie. Agli interessi degli appaltatori, costruttori di loculi e cappelle funerarie, si aggiunge la vanità umana che rincorre, da sempre, l'illusione di perdurare nella memoria anche dopo la morte, oltre all'illusione dei parenti rimasti in vita nell'attesa di poter avere ancora un rapporto con i defunti. E' così che abbiamo la corsa al loculo, quello posizionato più vicino al nostro gradimento. Un problema socio-culturale che si riverbera anche riguardo alle cappelle monumentali e di famiglia. Un problema che, con la cremazione, svanirebbe di colpo e che permetterebbe ai parenti degli estinti, di onorare la memoria anche in casa.

Conservare la memoria dei nostri avi non è certo un fatto disdicevole, sempre che speculando sui sentimenti, la memoria, incastrata nel pregiudizio, non venga usata per dar adito a interessi economici, magari sostenuti e alimentati da interessi politici. Ma la speculazione edilizia non risparmia nessuno, nemmeno l'eterno riposo.
La soluzione della cremazione, oltre ad essere una soluzione altamente economica – basti pensare che il costo medio di questa pratica che si aggira intorno alle 500,00 €. complessive - è di per sé una soluzione ecologica e altamente igienica che consente di ridurre drasticamente gli spazi cimiteriali e il problema della riesumazione della salma che in genere avviene dopo circa 20 anni.
Mentre in tutto il mondo la cremazione è praticata da centinaia di milioni di persone, in Italia, anche a causa dei retaggi culturali è praticata appena dall' 8% della popolazione, soprattutto a causa della mancanza di strutture attrezzate presenti in appena 40 provincie. Di particolare interesse è la situazione di Venezia dove la pratica della cremazione è in uso da sempre, e Milano in cui la cremazione, negli ultimi anni, ha di gran lunga superato quella della sepoltura.

Sono le SOCREM, società di cremazione, in genere costituite come onlus, a occuparsi della cultura e della gestione dei forni crematori, grazie anche alle recenti disposizioni di legge aggiornate al 2003 in cui si dispone, oltre alla disciplina della cremazione, la regolamentazione della conservazione o la dispersione delle ceneri.
Cosa aspettano i nostri amministratori a porre rimedio all'annoso problema cimiteriale della nostra città, magari pensando a una soluzione come quella della cremazione?

gv

pubblicato su Graffio  anno II - 5 novembre 2010

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