Cellula Sintetica.

Venter e Bagnasco: l'uomo, la scienza, Dio, il creato.


Creata in laboratorio la prima cellula sintetica che si autoreplica.

Craig Venter, scienziato e imprenditore statunitense che per primo ha mappato il DNA umano, stupisce ancora creando la vita dal nulla. 

Pochi giorni fa, il padre del genoma umano, colui che lo ha mappato per la prima volta, ha reso pubblico il risultato delle ultime conquiste del gruppo di ricercatori di cui è a capo. Si tratta della prima cellula nata in laboratorio da DNA sintetico.
Il frutto di questa ricerca prospetta importanti e rivoluzionari sviluppi, per l'uomo e per l'ambiente. Si pensa, ad esempio, alla possibilità di cellule sintetiche che moltiplicandosi possano digerire tossine e sostanze inquinanti, produrre idrocarburi, ma anche tessuto umano. Siamo difronte ad un lavoro di ingegneria genetica di grande portata inizato nel 2003, tutto finanziato dal Diparitmento per l'Energia U.S.A. In questi giorni, infatti, lo scienziato è alle prese con il Congresso degli Stati Uniti per relazionare sugli sviluppi possibili, pericoli compresi. Venter e gli U.S.A. ne fanno anche una questione etica. Riferire al Congresso significa soprattutto avere rispetto della conunità scientifica internazionale e di chi la sostiene, al riparo da ogni autoreferenzialità.

Una ricerca simile è stata affrontata, alcuni anni fa, da alcuni ricercatori italiani. La prima cellula sintetica, nata dal nulla, assemblata in laboratorio, è stata creata nel 2007 nei laboratori del Centro Enrico Fermi dell'Università Roma 3, coordinato da Giovanni Murtas. La cellula creata dal nulla ha avuto vita breve senza la possibilità di autoreplicarsi come per la cellula di Craig Venter. Non si è trattato di un obbiettivo fallito, ma di una tappa lungo un percorso in divenire. Un percorso, quello della ricerca scientifica di base, che in Italia si è ormai arenato.




Gli approdi scentifici di Craig Venter raccolgono anche l'interesse della Chiesa.
Per il cardinale Bagnasco, presidente della CEI, si tratta della "riprova della grandezza dell'intelligenza umana e della potenza divina che ha dotato l'uomo di un tale dono per conoscere e meglio ordinare il creato".
Ora, una tale affermazione, pur denotando una aspirazione alla ricerca, un affrancamento dagli stereotipi del dogma, contiene in sé almeno una fondamentale contraddizione logica. Un'affermazione che non può che lasciar perlesso un uomo di scienza, se pur di scienza del pensiero.
Se il creato, opera divina, è in sé (nella sua essenza e totalità) perfetto, in quanto opera del Perfetto, come può una parte di esso, l'uomo (il quale, se pur il più prossimo alla perfezione, e parte della perfetta totalità) pretendere di mettere ordine in ciò che è di per sé Ordine? 
A meno che la chiesa, per mezzo del cardinal Bagnasco non voglia riconoscere che il creato, opera del Perfetto, non sia del tutto perfetto, lasciando aperto il varco al dubbio che Dio a sua volta non sia del tutto perfetto. Personalmente non vorrei che un prelato della levatura di un cardinale sia stato colto da quel male che Qoelet, l'Ecclesiaste, assume come la radice di ogni male: la Vanità, proprio quella vanità da cui un vero ricercatore si tiene lontano, onde non perdersi nelle trame labirintiche del caos.

Un tempo, fino a non molti anni fa, il primato della ricerca di base, era un merito in gran parte italiano. Oggi, in un paese liberale e capitalista come gli U.S.A. dove la ricerca di base si sostiene e vive grazie ai finanziamenti pubblici, questa è diventata un bene primario.
In Italia, al contrario, si preferisce tagliare, ed assistere al sorpasso. Non che si debba fare della ricerca una gara, ma arretrare, significa, poi, annaspare e pagare lo scotto dell'arretramento. 

Il futuro, la ricchezza, il benessere dell'umanità, da sempre, si fonda sulla conoscenza, l'unico vero bene che non svilisce mai!
La conoscenza, l'unica aspirazione e acquisizione che permette all'uomo di comprendere il creato nella sua perfetta totalità.

Giuseppe Vinci

Commenti

stavolearm ha detto…
Tre puntualizzazioni a quanto trovo per la gran parte condivisibile:

1. anche le medicine piu' importanti sono ottenute per sintesi, ma nella loro bonta' hanno anche delle imperfezioni: controindicazioni, effetti dannosi collaterali, ecc...quindi l'uomo cerca di imitare ma non riesce a replicare il Grande Mistero.
2. la ricerca ed anche quella di base e' stata sempre una Cenerentola in Italia, ci sono cosi' tanti esempi storici che ci vorrebbe un volume per elencarli! Una rondine ogni tanto non fa primavera...
3. negli USA la ricerca di base non e' solo perseguita dallo Stato, ma anche da centri di ricerca privati come IBM, GE, Bill Gates, ecc...

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