Il 1° Maggio muore a Fasano.

Il 1° Maggio muore a Fasano.
















Il 1° Maggio si festeggia in tutta Italia.  Si in tutta Italia, tranne che a Fasano.
Facciamo degli esempi.
Tradizionale è ormai il 1° Maggio a Roma in piazza San Giovanni, una festa che pur essendo Roma amministrata dalla destra xenofoba e razzista, coinvolge trasversalmente i partiti e la società civile. Certo, è una festa sentita soprattutto dalla sinistra, dai lavoratori, dai precari, dai disoccupati, dagli affamati, dai diseredati, da chi vede nel lavoro uno strumento di liberazione, uno strumento di affrancamento dalla miseria e dall'ignoranza, uno strumento per emanciparsi.
Vero è che negli ultimi anni c'è ben poco da festeggiare, visto il tasso di disoccupazione a livelli impensabili, viste le continue morti bianche, ai tempi in cui dell'art. 18 dello Statuto dei Lavoratori si è fatto carta straccio, dal Popolo delle Libertà e proprio alla faccia della libertà!
Più che un giorno festa il 1° Maggio è una data di lotta in cui si rivendicano i diritti dei lavoratori e il diritto al lavoro, il diritto ma anche il dovere, quel dovere che tanti padri e madri sentono nei confronti delle loro famiglie che a stento riescono a mandare avanti, ma anche il diritto e il dovere di chi ormai una famiglia non è più nelle condizioni di averla, diritti e doveri negati per definizione, negati dal popolo dell'amore e della libertà.
Il 1° Maggio si festeggia, s'inneggia e si lotta, magari con un po' di musica, scendendo in piazza con bandiere, manifesti, striscioni, cantando e ballando. Tutto per il lavoro, massima virtù e consolazione, il lavoro che nobilita l'uomo, ma che ultimamente lo rende simile ad una bestia sotto ricatto.
E' quello che, ad esempio, accade ad un ambulante solito a sostare nei pressi dello Zoo Safari per vendere panini e bevande. Ricattato, perché il lavoro è un privilegio, un privilegio per pochi, un privilegio che ormai non tiene conto più nemmeno di regolari licenze per l'esercizio dell'attività, abbandonato anche dalle istituzioni. Di li deve andare via, non è gradito, non gli è concesso lavorare e pensare alla famiglia. Non può esercitare il dovere del buon padre di famiglia.

A Locorotondo, Monopoli, Martina, Ostuni, Cisternino, insomma in tutta Italia si celebra la giornata in onore del Lavoro, tranne che a Fasano!
Le amministrazioni comunali evocano la giornata con un manifesto celebrativo; le istituzioni religiose con funzioni rituali pubbliche in piazza, fuori dai rispettivi Templi; i partiti, soprattutto quelli di sinistra: forse gli unici.
Questa sera, in piazza Ciaia a Fasano è stata celebrata una funzione religiosa a cui ha partecipato come al solito la confraternita di San Giuseppe. Questa mattina in piazza c'era il banchetto per la raccolta della firme per l'Acqua Pubblica, anch'essa sotto ricatto come il lavoro. E per la seconda volta a presidiare il banchetto c'era la sinistra radicale ecologista e libertaria, quella che da anni ormai non è rappresentata nemmeno in consiglio comunale: quella c'era. Ma non c'erano rappresentanti del governo della città e nemmeno quella parte di opposizione rappresentata al palazzo.
Dov'erano? Forse a preparare il loro buon piatto di linguine ai frutti mare. E sì, perché difronte ad un buon piatto di linguine non ci si oppone mai e si è sempre presenti!!!
Ieri è uscito l'ultimo numero dell'Osservatorio, il periodico mensile più in voga a Fasano. Peccato che al 1° Maggio nemmeno un accenno! In copertina invece c'è l'esclusiva. Le foto e tanto di propaganda ai Paradisi sul Mare. Peccato che si tratta di paradisi per pochi eletti, per pochi privilegiati, per quei pochi privilegiati che ad un buon piatto di linguine non si oppongono mai e tanto meno rinunciano e per i quali il lavoro non è un problema, è un problema che non si pongono, visto che per loro il lavoro non manca, come non è mancato per realizzare i loro paradisi sul mare.

E intanto di lavoro si muore e tra un po', chi sa, diremo che di lavoro si muore di fame!
Il lavoro è la vita. Il lavoro serve per vivere. C'è chi vive per il lavoro. C'è chi lavora per vivere. C'è chi vive di lavoro e c'è chi di lavoro muore. E c'è anche chi senza lavoro fa una vita da fame e rischia di morire di fame. Di lavoro si muore. Muore il lavoro. Spero che mai il 1° Maggio diventi come una sorta di 2 Novembre del Lavoro.

Giuseppe Vinci

Commenti

Anonimo ha detto…
grazie Giuseppe, abbiamo bisogno di persone come te
Anonimo ha detto…
Grazie per l'apprezzamento, ma non ho nulla di più di quanto ha ogni essere umano.
giuseppe vinci
giuseppe vinci ha detto…
Sarebbe opportuno ma non obbligatorio indicare l'autore dei commenti.
adriano lapedota ha detto…
tra poco sarò un vostro conterraneo, concittadino non so, ma certamente saremo vicini. un ex emigrato. manca solo un mese. tornerò in puglia e tornerò con la voglia di continuare a fare ciò che avevo iniziato in questa terra lombarda, arida e fredda di sentimenti, ma piena di resistenti partigiani. il 1 maggio ero a manifestare a chiasso sulla frontiera insieme ai compagni del centro sociale di lugano e ad altri della zona nord varese, una manifestazione a favore dei migranti e contro l'esistenza dei c.i.e centri di identificazione, una sorta di ramo più soft dei cpt. questi luoghi non luoghi dove l'identità si annienta. pioveva ed eravamo pochi, 50 persone. nonostante tutto avevamo il nostro striscione, siamo tutti clandestini e abbiamo attraversato la frontiera lentamente iniziando un corteo che è temrinato in un parco di fronte al cie di chiasso. perchè proprio al 1 maggio? perchè oggi il precariato affonda le sue radici nelle condizioni di disagio come quelle che vivono gli immigrati, il lavoro di tutti viene reso una leva che va in favore o sfavore delle categorie facenti bisogno. noi.
tornando in puglia dovrò affrontare credo una realtà ancora più dura e penso l'inettitudine della gente, l'assuefazione dei popoli, la mancanza di memoria, il facile sistema del soldo che assolda le giovani generazioni e che le porta a prendere distrazioni in sempre uguali localini alla ricerca dell'effimero in un bicchiere o in un vestire. Per partire verrò a cercarvi uno a uno, paese per paese così come ho fatto qui. Dovrete capire che fare rete è necessario, perdonate la presunzione. E spero che l'autore Giuseppe un domani possa dire che al 1 Maggio, ma anche al 25 Aprile e al 2 Giugno a Fasano come nei paesi vicini, c'è qualcuno che ricorda. eppure si muove.
saluti resistenti
adriano lapedota

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