Acqua bene comune: 1.400.000 firme. Una guerra silenziosa tra pubblico e casta.


Depositate in Cassazione le firme a sostegno del referendum sull'acqua pubblica.
Mentre la regione Puglia si avvia verso la ripubblicizzazione dell'Acquedotto Pugliese, il consiglio dei ministri approva il regolamentolo ad uso dei privati.

Più di 1.400.000 firme sono state depositate lo scorso 21 luglio in Cassazione a sostegno del referendum per la non privatizzazione dei servizi idrici. Un successo che va ben oltre le più rosee aspettative. Ma mentre i comitati festeggiano per questa affermazione di diritto, il 22 luglio, il consiglio dei ministri ha approvato il regolamento per l'affidamento dei servizi pubblici locali ad uso dei privati, visto che, stando al disegno di legge entro il 2011 il ruolo del pubblico dovrà limitarsi al 40%.

Intanto il ministro Tremonti bolla i quesiti referendari come un "falso ideologico", affermando - questa volta si il falso - che  "l'acqua appartiene al popolo e che gli accordi sull'acqua sono frutto di un trattato europeo, e quindi sono inseriti in un sistema di vincoli internazionali".
Ma se l'acqua appartiene al popolo non si capisce allora la necessità di affidare alla speculazione dei privati un bene sempre più prezioso.
Tremonti mente e con tutta evidenza dimostra la sua ignoranza in materia di legislazione comunitaria visto che l'Europa lascia liberi gli Stati membri di legiferare in materia di servizi pubblici.
Lo stesso ministro Ronchi, nella proposta di legge pur richiamando di continuo la normativa europea non cita alcuna norma a tal riguardo. E non potrebbe, visto che norme in tal senso, norme comunitarie non ce ne sono.

Intanto, in concomitanza con la presentazione in Cassazione delle firme, il 21 luglio, la regione Puglia ha avviato l'iter legislativo che nei prossimi mesi riporterà l'AQP ad essere un ente di diritto pubbblico.
Nasce a questo riguardo, tra i membri del consiglio regionale, la preoccupazione che il governo, in barba ai suoi stessi procalmi federalisti, possa impugnare il provvedimento, come ha fatto per quello realtivo alla questione del nucleare.
Una mano in tal senso la sta dando il ministro per gli affari regionali Raffaele Fitto - pluri indagato, condannato, in attesa di giudizio e con una richiesta di carcerazione pendente - che al regolamento per la privatizzazione ha lavorato in prima persona. Forse questo sarà stato il regalo che Berlusconi ha riservato all'ex presidente della Puglia, dopo aver sostenuto l'improponibile candidatura di Palese alla presidenza della regione, già tristemente persa da Fitto, dopo averla lasciata in un mare di debiti, a cominciare da quelli fatti con i bond della Merry Linch.

Difronte al silenzio dei media (sotto il controllo pressocchè totale del governo) si va sempre più verso una guerra combattuta ad armi impari, in cui i fatti sono sempre più falsati dall'agonizzante ideologia del liberismo che il governo tiene impiedi come un moloch, mentre questo ha già da tempo cominciato a divorare le braccia del suo creatore: ma morirà assetato.

giuseppe vinci

Commenti

Post più popolari