Asterix non è un eroe!


L'ex assessore Arnese scagionato dall'accusa di complicità
In attesa della sentenza di primo grado ci s'interroga sui rapporti tra politica e malaffare




Le recenti e tristi cronache cittadine riportano alla ribalta Asterix, il mitico eroe dei cartoni animati, l'antieroe che libera i Galli dal prepotente dominio dell'impero romano.
Ma la cronaca che interessa la vita pubblica e politica di Fasano ancora una volta non ha eroi, tutt'altro.
L'operazione di polizia del 2 agosto denominata Asterix, ha visto coinvolto, oltre a personalità già note alle forze dell'ordine per crimini di diversa natura, una figura di spicco della politica locale: Dino Arnese medico ospedaliero, primario di anestesia, già assessore nelle ultime giunte di centro destra, proposto dal Sindaco Di Bari alla guida del Centro Agroalimentare poche ore prima del suo arresto.

Accusato in un primo momento di complicità e favoreggiamento, inchiodato da intercettazioni risalenti al 2007 - intercettazioni che hanno fatto intervenire nelle indagini anche la DIA (direzione investigativa antimafia) per un sospetto voto di scambio - nell'arco di 15 giorni, il Dottor Arnese sottoposto alla gogna mediatica è ora scagionato dalle accuse, libero e in attesa del giudizio di primo grado.

Trascurando le responsabilità penali, per le quali lavora la giustizia, l'operazione antidroga denominata Asterix, riporta all'emergenza della nostra città la questione morale. Un'emergenza che ancora una volta riguarda i rapporti, tra politica e malaffare.
Come per gli anni del contrabbando, il problema della promiscuità (che in quel periodo arrivò addirittura a coinvolgere non pochi rappresentanti delle forze dell'ordine) interessa da più di quarant'anni anni la nostra città, tanto da coinvolgere diversi ambiti del nostro tessuto sociale.
Siamo in presenza di veri e propri intrecci per nulla occulti, tacitamente accettati, poi deliberatamente rimossi da una collettività ormai assuefatta e indolente che non s'indigna più di nulla. Resta invece il gusto perverso e sterile del pettegolezzo che alimenta l'ipocrita ignominia e la volgarità, che abbassa il livello della consapevolezza di come questo stato di cose non produce altro che decadenza economica e culturale oltre che sudditanza e ipocrisia.

I risvolti dello status quo attuale sono facilmente rinvenibili nell'appiattimento, nell'assenza quasi totale di attività sociali e culturali, necessarie, oltre che a dare lustro al paese, soprattutto a elevare la qualità della vita stessa della comunità in ogni sua parte.
Quello che in un ambiente sociale sano darebbe non poco da pensare e troverebbe un corrispettivo nell'azione politica è il fatto che una personalità pubblica, un amministratore, possa intrattenere rapporti con ambienti malavitosi fino a fondare su questi il consenso elettorale.
Certo, in un paese in cui l'ombra della commistione tra economia, politica, pubblica amministrazione, malaffare e delinquenza, in cui l'ombra della corruzione è una presenza costante, l'intervento di eroi, se pur umili e silenziosi, ma attivi, in grado di dare esempi concreti, è sempre auspicabile. Anche questa è una forma di liberazione dai prepotenti. Questo auspicio non è chiedere troppo.

Sappiamo che i miracoli sono una prerogativa di altri tempi e che gli eroi ormai appartengono all'immaginario mitologico o a qualche film di fantasia. Quello che è davvero auspicabile è una rinnovata coscienza civica, una cittadinanza libera dal ricatto, dalla sudditanza e dal servilismo, una cittadinanza consapevole dei propri diritti e doveri, attiva nel costruire non solo il presente da consumare subito pensando solo a sé stessi, ma anche un sano futuro per le prossime generazioni.

Il contadino che nel presente non elimina dal suo campo le erbacce, domani non potrà che alimentarsi con queste.


giuseppe vinci


abstract su Graffio 16 - 27 agosto 2010

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