EGNAZIA: QUALE FUTURO?

Ricostruzione storica a cura di F. Corni


Rinvenuto ancora un tratto della probabile Via Traiana a ridosso del Golf Club San Domenico

Il rinvenimento avvenuto pochi mesi fa pone l'ennesimo interrogativo sul futuro del maggior insediamento archeologico della Puglia




La Via Traiana
Il ritrovamento di un ulteriore tratto della Via Traiana (108 – 110 d.C.) a nord del Golf Club San Domenico, pone ancora una volta preoccupanti interrogativi sulle sorti dell'antica città di Egnazia: uno dei siti archeologici italiani di maggiore rilievo, il primo della Puglia, censito dal FAI (Fondo Ambientale Italiano) inserito tra i “Luoghi del Cuore”, come uno dei beni soggetti a rischio tra abusivismo e urbanizzazione selvaggia.

Il tratto della Via Traiana rinvenuto - Foto C.S.






Rinvenimento Via Traiana - Foto Chicco Saponaro





















La scorsa primavera la Via Traiana era tornata a farci visita con un altro ritrovamento. Nell'agro di Montalbano, in prossimità dei lavori per la realizzazione del canale di raccolta delle acque meteoriche, che ogni anno arrecano non pochi danni al territorio e alle persone, in seguito alle abbondanti piogge stagionali, l'acqua, portando via i detriti di superficie fece emergere un lungo tratto di via, in parte lastricata e in parte segnata dai solchi carrozzabili.
L'attuale rinvenimento, invece, si è avuto in seguito ai lavori per la realizzazione di un grande parcheggio situato lato nord del campo da golf. Il parcheggio, ad uso dei bagnanti, rientra tra gli accordi e gli impegni presi nel 2004 dalla proprietà delle strutture (nella persona del sig. Sergio Melpignano) nei confronti della cittadinanza e dell'amministrazione comunale di Fasano.

Lido Borgo Egnazia - Foto Chicco Saponaro

Il mare è di tutti

Nel 2004, infatti, in seguito ai tentativi di privatizzazione totale del litorale, l'associazione Marelibero mobilitò la cittadinanza con una petizione pubblica, raccogliendo più di 3500 firme per impedire un abuso in pieno stile feudale, che non avrebbe permesso più l'uso libero della costa.
Nonostante l'intervento della Sovrintendenza per i beni archeologici della Puglia, che ha bloccato i lavori del parcheggio, in questi mesi non è stata data alcuna pubblicità della scoperta né da parte dell'amministrazione comunale e tanto meno dalla Sovrintendenza. Forse non se ne sarebbe saputo nulla se non fosse stato per la curiosità dei bagnanti e dei passanti. Molti, infatti, attratti dalle montagnole di terra prospicienti la strada provinciale che da Savelletri va in direzione del Capitolo di Monopoli, hanno temuto si trattasse di lavori in corso per una nuova struttura ricettiva, temendo in particolar modo l'ennesima sottrazione di un tratto del litorale destinato ad uso privato. Cosa che è avvenuta per il lido sorto di recente proprio difronte al campo da golf, gestito dagli stessi proprietari di Borgo Egnazia e per il già noto lido Ottagono che ha trovato il modo di impedire l'accesso del pubblico alla parte demaniale della scogliera adiacente al mare, un passaggio che dovrebbe essere libero, non fosse altro che per questioni di sicurezza.

Lido Ottagono - upload cell.

Chiudere la provinciale

Una preoccupazione di non poco conto, quella della situazione attuale, soprattutto se si pensa alle voci insistenti degli ultimi mesi che danno, per il prossimo futuro, la chiusura della strada provinciale ad uso privato. Qualcuno, artatamente, vorrebbe far passare l'idea della chiusura della strada come un fatto normale, come una soluzione in uso presso i migliori litorali italiani e a tutto beneficio dell'ambiente e dell'immagine del paese. Una teoria questa che può trovare d'accordo solo gli ignari delle conseguenze o al massimo coloro i quali, con atteggiamento servile, non trovano di alcun interesse tutelare i beni pubblici e gli interessi della collettività.
Si prospetterebbe in questo modo uno scenario a dir poco assurdo. Una strada provinciale in pieno parco archeologico che una volta chiusa non solo non darebbe più l'accesso al mare, interrompendo una consuetudine che stando alle cronache è vecchia almeno di un secolo e che vedrebbe il litorale - un bene demaniale e pertanto bene pubblico - sottratto alla fruizione collettiva.
Preoccupante è ancora la posizione della Sovrintendenza, a sua volta, favorevole alla chiusura del tratto stradale prospiciente gli scavi. Un provvedimento malamente giustificato dal fatto che la strada provinciale, soprattutto in prossimità del parco archeologico, è di impedimento al completamento dei lavori di scavo in quanto copre parte delle rovine. Questo è quanto è emerso dalle dichiarazioni degli addetti ai lavori di scavo.
Una posizione, quella della Sovrintendenza, che lascia basiti in quanto non tiene conto di alcuni dati e considerazioni essenziali.

Veduta aerea del porto di Eganzia e della Str. Prov.  - rep.

Lo stato dell'arte

I primi scavi che portarono alla luce la città egnatina iniziarono nel 1912 e a tutt'oggi i saggi di scavo hanno interessato una porzione di appena il 10% della città. Il 90% dunque è tutto da scavare. Infatti, dalle indagini archeologiche appare evidente come la porzione maggiore di Egnazia si trovano a sud dell'acropoli oggi conosciuta, che è quella visibile a tutti percorrendo la provinciale in entrambe le direzioni.
La strada provinciale in tutta la sua estensione, rasentando la costa, occupa poco più de 1% dell'intera estensione di Egnazia, ed è assurdo sostenere la tesi della chiusura della provinciale quando l'estensione maggiore della città di Egnazia arriva sicuramente proprio vicino al campo da golf e Borgo Egnazia. Se si deve procedere a smantellare il manto stradale della provinciale per completare gli scavi, lo stesso provvedimento si dovrebbe prendere nei confronti del campo da golf e dell'intero Borgo Egnazia, visto che è al disotto di questi siti che risiede la parte ancora non saggiata della città messapica, romana e paleocristiana.
Riguardo all'ipotesi di chiusura della provinciale, bisognerebbe tenere in conto che si tratta un bene di pubblica utilità esistente da quasi un secolo e non un bene privato. C'è da dire che questo assurdo provvedimento, qualora malauguratamente lo si perseguisse col pretesto di agevolare e proteggere gli scavi, oltre a impedire l'accesso al mare a centinai di migliaia di bagnanti, isolerebbe definitivamente il sito archeologico relegandolo alla fruizione di pochi addetti ai lavori e ai fin troppo privilegiati ospiti delle strutture ricettive adiacenti.

Veduta aerea di Egnazia e della strada provinciale


Lo Stato resta a guardare

Fa specie pensare a come sia stato possibile che l'amministrazione comunale di Fasano, la provincia di Brindisi, la regione Puglia, e la stessa Sovrintendenza ai Beni Archeologici, nonostante le ripetute mobilitazioni, le proteste e le denunce degli anni passati , abbiano potuto autorizzare, negli ultimi 15 anni, la realizzazione di un campo da golf e di un villaggio d'élite da 2500 posti proprio in piena area archeologica - protetta di leggi e vincoli - al di sopra delle vestigia della città messapica e romana.
E' assurdo pensare, infine, che la Sovrintendenza anziché difendere e tutelare un patrimonio archeologico e storico unico abbia consentito tutto ciò.
Allo stato attuale delle cose, intanto, resta insoddisfatto l'impegno della famiglia Melpignano a realizzare due parcheggi a beneficio della collettività, uno a nord l'altro a sud del Golf Club San Domenico. Una soluzione potrebbe essere quella di ottenere una deroga regionale al Piano Costa per poter realizzare i due parcheggi lungo la costa, proprio a ridosso della strada provinciale, pur sempre nei limiti della decenza.

giuseppe vinci


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Reportage fotografico

Tracciato della Via Traiana rinvenuto di recente
ibid.
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ibid. - sullo sfondo il Golf Club
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Lido Ottagono visto dall'area archeologica
Presunta autorizzazione Lido Borgo Egnazia
Cingolati al lavoro per Lido Borgo Egnazia
Enormi quantità di arenaria sono state
trasportate dal fondale marino sulla scogliera
allo scopo di attrezzare il lido, in netta
contravvenzione cone le disposizioni di legge.
ibid.
ibid.
Posizionamento di un ponte di legno
con blindi di cemento armato
sul fondale marino.
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La recinzione di canne che ostacola
il passaggio sulla zona demaniale.
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ibid.
Lido Borgo Egnazia - lavori terminati
ibid.
ibid.
ibid.

Pubblicato su Graffio 27 agosto 2010

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