Mcail Galizia artista fasanese al servizio della Grande Opera


Fontane e scenografia per dare lustro alla più grande opera d'ingegneria d'Europa, l'Ente
Autonomo Acquedotto Pugliese.

La Grande Opera, quella dell'Acquedotto Pugliese, iniziata nel lontano 1905 è di sicuro una delle più grandi e maestose opere dell'ingegno umano. Un opera destinata a protrarsi nei secoli, un mastodontico cantiere in divenire. In questo caso non si tratta delle ormai note lungaggini della burocrazia italiana, tanto meno la solita voragine senza fondo della politica che ingoia denaro pubblico senza pietà alcuna.

In questo ormai secolare cantiere una presenza fondamentale e imprescindibile è sempre stata quelle delle maestranze che, in non pochi casi, hanno dedicato la loro esistenza, sacrificando anche la loro vita, per la realizzazione dell'acquedotto più grande d'Europa, uno di più grandi al mondo.
Tra le maestranze, affianco gli operai, ai muratori che hanno lavorato la pietra, si sono avvicendati non pochi, ingegneri, architetti e disegnatori. Le opere realizzate dall'Ente Autonomo Acquedotto Pugliese - come si chiamava fino a pochi anni fa – annoverano numerose fontane ornamentali presenti nei maggiori comuni della Puglia.
Micail Galizia, classe 1923, fasanese doc, è stato uno dei maestri al servizio dell'EAAP per più di quarant'anni. Disegnatore, al pari di un architetto delle migliori scuole, fine cultore di tradizioni inziatiche, pittore con una vasta produzione artistica tra acquerelli straordinari e oli di rara bellezza, ha disegnato, per l'Acquedotto Pugliese, tra le tante opere, le maggiori fontane ornamentali di Puglia. Formatosi alla scuola d'arte istituita dai pittori fasanesi, di diretta discendenza della scuola napoletana di Posillipo, completa la sua formazione artistica tra lo studio del prof. Corazziari e l'Accademia delle Belle Arti di Napoli.
Negli anni quaranta, a guerra finita, inizia la sua collaborazione con l'EAAP contribuendo con l'ente alla ricostruzione del mezzogiorno e realizzando fontane ornamentali – veri e propri monumenti - come quella della Rosa dei Venti di Taranto, dei primi anni cinquanta, quella di piazza Castello a Nardò (Le), degli anni sessanta e la Fontana della Vita di piazza Mazzini a Lecce, degli anni ottanta.


Fontana della Vita - piazza Mazzini - Lecce

Tra i servigi resi all'Acquedotto e alla storia della Puglia, ci sono le straordinarie scenografie realizzate alla Fiera del Levante per il padiglione espositivo dell'Acquedotto. In tutte le opere del Maestro Micail Galizia, comprese quelle commissionate dall'ente, traspare il bagaglio di una saggezza millenaria con riferimenti alla più antica tradizione sapienziale del bacino del mediterraneo. La Grecia antica dei misteri eleusini, l'Egitto dei faraoni, l'oriente di Zoroastro, il classicismo della Roma antica frammisti ai tratti di un neorealismo del tutto originale, traspaiono dai suoi lavori.
Trascurando per un momento l'opera prestata all'Acquedotto, di particolare rilievo sono i tratti a matita e gli acquerelli lasciati su carta Raffaello in cui ha impresso quel patrimonio millenario che la terra d'Egnazia e le nostre colline hanno lasciato in eredità a Fasano, alla Puglia e al mondo intero.
Nel dicembre del '91 in collaborazione con la Polimedica ha realizzato un volume originalissimo. In mille esemplari numerati, sono raccolti i nostri ulivi millenari, veri e propri monumenti viventi raffigurati a matita dal titolo Arcane Opere di Dio Scultore. Oggi, un vero e proprio gioiello nelle mani di pochi fortunati.

Giuseppe Vinci

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