Certificati Verdi. Dietrofront del Governo.


Si prospetta la fine dell'economia verde e delle fonti rinnovabili.

Un provvedimento che penalizza innanzitutto la Puglia al primo posto in Italia nella produzione di energie alternative.

Nella manovra anticrisi appena varata dal governo tra i tanti e indiscriminati tagli alla spesa pubblica risalta un provvedimento - apparentemente irrazionale - che al contrario di quanto sostenuto dal governo non avrà alcun effetto sulla riduzione della stessa.
Il Governo interviene a gamba tesa sui Certificati Verdi, impedendo al GSE (gestore del servizio elettrico) l'acquisto dei Certificati Verdi in esubero sul mercato.
I Certificati Verdi, veri e propri titoli quotati alla borsa energetica, fungono da incentivo per la produzione delle energie rinnovabili e non gravano affatto sulla spesa pubblica dello stato in quanto si finanziano attraverso la voce A3 della bolletta elettrica. Sono quindi tutti gli utilizzatori di energia elettrica a finanziare gli incentivi. L'acquisto dei Certificati Verdi in esubero da parte del GSE consente la stabilità del valore del certificato scongiurando l'inflazione del suo valore, sostenendo gli investimenti nella economia eco-sostenibile. Un sistema che si traduce in occupazione e sviluppo economico sostenibile.

Non si spiega il motivo di questo provvedimento se non per il fatto che in tal modo si voglia, di proposito, distrarre e indebolire la produzione di energia da fonti rinnovabili per arrivare a giustificare la scelta del nucleare e l'approvvigionamento energetico dalle fonti fossili come petrolio e carbone. Le fonti tradizionali, in questo scenario, assumono il ruolo di un limone da spremere fino all'ultima goccia, non importa se poi a farne le spese è l'ambiente oltre che la salute dell'umanità intera.

Con una sanità pubblica debole, non è in grado di sopportare l'impennata - come sta già avvenendo – delle malattie derivanti dall'aumento del CO2 e con una costante congiuntura economia negativa, pochi sono coloro possono permettersi i privilegi della sanità privata. Una perversione assurda se si pensa al fatto che la sanità privata, in Italia, è finanziata indirettamente dal pubblico attraverso lo stato e la CE.

Per altro verso, il danno che deriva da questo provvedimento tutto italiano che colpisce i Certificati Verdi, sta nella conseguente uscita dell'Italia dal circolo dei paesi virtuosi, nel mancato rispetto del protocollo di Kyoto con il successivo aggravio di ulteriori costi a carico della collettività.

Perché mai, dunque questo folle provvedimento? Forse la green economy non rende, in termini di speculazione, quanto la black economy?

E' difficile credere che in un sistema economico e politico come quello attuale si possano scongiurare le speculazioni, quale che sia l'ambito del sistema. Allo stesso tempo non fa certo male elaborare e sperimentare sistemi più equi ed eco-sostenibili per l'ambiente e per l'uomo.

Esiste dunque una ipotesi plausibile a giustificazione dell'indirizzo preso dal ennesimo governo Berlusconi?

Si potrebbe ipotizzare che le lobby economiche che sostengono non tanto l'attuale governo - che pure ne trova giovamento – quanto dell'attuale sistema, che si fonda solo ed esclusivamente su un mercato senza regole e sui chi ha la capacità di influenzarlo e indirizzarlo, queste lobby non corrispondono – per azzardare un altra ipotesi – a quelle della green economy.

Chi vincerà questa pericolosissima contesa?

A conti fatti, se dovessi scegliere tra le due lobby, quella del petrolio - carbone - nucleare e quella dell'idrogeno – eolico – fotovoltaico, dovendo sopportare il ricatto del mercato farei volentieri a meno di turarmi il naso a causa del CO2 e finire i miei giorni a farmi rodere il fegato dal cancro.

Giuseppe Vinci


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