Trame d'Acqua




Chi e cosa si nasconde dietro l'affare acqua?

La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma che “il diritto all'acqua è la naturale estensione del diritto alla vita”. Il terzo millennio, intanto, si è aperto con il 40% della popolazione mondiale (oltre un miliardo) che non ha accesso a questo diritto inalienabile.
Per l'Assemblea Generale dell'Onu, l'acqua è riconosciuta come “bene universale, diritto umano inalienabile, elemento fondamentale per sradicare la fame e sostenere lo sviluppo e l'integrazione delle popolazioni più povere, per migliorare la qualità della vita e della salute”.
Difronte a queste dichiarazioni di principio universalmente riconosciute e accettate, stridono le risoluzioni di quei governi - come quello italiano - che aprono la gestione dei servizi idrici all'investimento dei privati.
Riguardo all'Italia, il decreto Ronchi (19 movembre 2009), non solo stride rispetto a quanto sancito a livello internazionale circa il diritto all'acqua, stride ancor di più rispetto alla giaculatoria federalista che vorrebbe le regioni italiane autonome e sovrane rispetto allo stato anche nella gestione delle risorse pubbliche, acqua compresa. Il decreto sulla privatizzazione dell'acqua, contrariamente allo spirito del federalismo, sottrae sovranità obbliga le regioni a privatizzare il servizio senza nessuna possibilità di controllo.
Questo indirizzo politico non è un esclusiva italiana. A spingere nel senso della privatizzazione, ponendo l'acqua nelle mani delle multinazionali, sono in principal modo il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Mondiale. Questi colossi dell'economia e della finanza mondiale, contrariamente a quello che lasciano intendere le loro altisonanti sigle, essendo enti di diritto privato, sostenute e finanziate dai governi nazionali e dalle multinazionali, sin dalla fondazione condizionano e indirizzano le scelte politiche del mondo.
E' quanto emerge dallo studio scientifico, puntuale e dettagliato, della Dott.ssa Margherita Ciervo, ricercatrice di Scienze Geografiche e Merceologiche dell'Università degli Studi di Bari. Edito da Carocci, in vendita a sole 10,00€. Geopolitica dell'Acqua è promosso dall'autrice e dal Comitato Pugliese “Acqua bene comune”.
In tutta Italia – dichiara la Ciervo – abbiamo quasi raggiunto il milione di firme per sostenere il referendum e nonostante i numeri conseguiti sono sufficienti secondo quanto richiesto dalla legge, andremo avanti nella raccolta firme fino al 24 luglio, non fosse altro che per una maggiore sensibilizzazione della questione.
Riguardo al libro – continua la Ciervo - è il frutto di una ricerca ma anche di una scelta di campo. Nasce dall’esigenza di analizzare a fondo cosa si nasconde dietro scelte politiche e soprattutto economiche che interessano un bene comune e un diritto assoluto come l’acqua.
Le risorse idriche, nella storia dell'umanità hanno determinato lotte e speculazioni economiche. Anche il terzo millennio si è aperto con una guerra che vede al suo centro l’acqua di Cochabamba, in America Latina.
Con il pretesto di rendere i servizi idrici alla potata di tutta l'umanità, le multinazionali che controllano il mercato dell'acqua registrano, anno dopo anno, incrementi dei loro profitti di gran lunga superiori al PIL dei paesi industrializzati che sostengono il FMI e la Banca Mondiale. Allo stesso tempo il debito pubblico prodotto dagli stati, anche per sostenere questi organismi, induce i governi a pesanti tagli sulla spesa pubblica e alla demolizione dello stato sociale.
E' così che nascono così le nuove schiavitù.

Giuseppe Vinci


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