Dalle Dune Costiere alla Via Traiana


Quando lo stato d'emergenza rischia di cancellare storia e natura.
Rinvenuto un antico tracciato della via Traiana minacciato dai lavori di scavo del canale di raccolta delle acque meteoriche.



Il rinvenimento
Fasano - Giovedì 13 maggio 2010, l'Associazione Misericordia di Montalbano ha segnalato a Roberto Zizzi, responsabile della Sezione locale del WWF Italia, la presenza di un antico tracciato viario attinente alla via Traiana. La scoperta è avvenuta in seguito ai lavori di realizzazione del canale di raccolta delle acque meteoriche, opera di grande portata che sta alterando irrimediabilmente l'assetto idrogeologico della zona, mettendo a repentaglio la flora e la fauna e ora anche la storia millenaria della terra d'Egnazia. La località del rinvenimento è denominata Ottava, trovandosi all'ottavo miglio dall'antica città di Egnazia, che in epoca paleocristiana era attraversata dalla variante della via Appia, appunto la via Traiana. Successivamente alla segnalazione è intervenuta la Soprintendenza archeologica del Museo di Egnazia che si è riservata di accertare, dopo i dovuti rilievi, la datazione storica e la natura del tracciato. «Se non si tratta della via Traiana - commentano dalla Soprintendenza - di sicuro si tratta di un suo collegamento interno». Altri rinvenimenti rimasti nel silenzio erano affiorati dopo le alluvioni degli anni scorsi: le piogge hanno asportato enormi quantità di terreno portando alla luce alcuni tratti dell’antica pavimentazione, sia lungo la strada comunale Calderale che nella lama attigua, canalizzazione naturale delle acque che defluiscono al mare. Il tracciato quindi è noto da tempo ai rari pastori e agli amanti delle escursioni naturalistiche: nessuno si è mai preoccupato però dell'incolumità delle vestigia non potendo immaginare che, in area di Parco Regionale, avvenisse uno scavo così altamente deturpante.



Il canale
Il canale è stato progettato in seguito agli eventi alluvionali della zona negli ultimi dieci anni. Il fenomeno delle alluvioni, di fatto, nasce dalla tragica speculazione edilizia che ammala l'Italia. Negli ultimi 15 anni, infatti, la frazione di Montalbano ha visto nascere un nuovo rione proprio lungo il corso naturale delle acque piovane e il canale per le acque meteoriche consegue alla dichiarazione dello stato d'emergenza. Lo stupore del WWF in merito, però, nasce dal fatto che l'amministrazione comunale abbia fatto a meno del V.I.A. (valutazione d'impatto ambientale), interpretando con zelo la disposizione regionale1 che prevede la possibilità, in caso di emergenza, di non richiederla. «E' mai possibile - replica il coordinamento provinciale di Sinistra Ecologia Libertà - che si decreti lo stato d'emergenza per tutelare il patrimonio ambientale e poi si commettano simili leggerezze»?



L'antefatto
Alcune settimane fa Graffio ha incontrato il biologo marino e ricercatore Pierluigi Carbonara2 a proposito dell'emergenza che interessa il sistema delle dune costiere e di quelle fossili, site in località Tavernese, minacciate dai lavori di costruzione dell'enorme canale per la raccolta delle acque meteoriche e alluvionali: i lavori prevedono lo sbocco al mare del canale e il conseguente abbattimento delle dune fossili a ridosso della strada E375 e di quelle sabbiose lungo il mare, secondo Carbonara simbolo di dissennate e imprudenti politiche ambientali.



Scelte partecipate
La possibilità di procedere alla realizzazione di opere pubbliche facendo a meno della V.I.A. non dovrebbe consentire, agli amministratori di un territorio sensibile come quello in questione, di procedere ignorandone l’ alta vocazione turistica e l’elevata densità archeologica. A poche centinaia di metri dalla Masseria Ottava è presente un dolmen, della prima età del bronzo, noto anche come “Tavola dei paladini”. Chiedendo la V.I.A., e prestando attenzione alla peculiarità del territorio, non si sarebbe incorsi nell’attuale danno: ipotesi ormai remota, che non ha neppure previsto la presenza di un biologo marino o di un archeologo in un Parco Regionale collocato in un Sito d'Interesse Comunitario (SIC) e archeologico.




Il Parco
Il Parco Regionale delle Dune Costiere, fra Torre Canne e Torre San Leonardo è stato istituito con la legge regionale del 27 ottobre 2006 n. 31, che lo ha dichiarato area protetta. Il Parco presenta habitat di elevato interesse naturalistico e paesaggistico, ed è rientrato nel progetto "Habitat prioritari" istituito dalla Direttiva n. 92/43/CEE. Presenta una vegetazione marina e numerose dune ricoperte da macchia mediterranea, particolare ginepri, lecci e cespugli di Euphorbia spinosa. Vi sono inoltre zone umide rappresentate dal Fiume Grande, il Fiume Piccolo e il Fiume Morello spesso oggetto di sosta per la ricca avifauna acquatica migratoria: da pellicani e fenicotteri fino ai più comuni gabbiani.



L'attesa
La ditta appaltatrice dei lavori per il canale ha garantito alla Sovraintendenza dei beni archeologici l'intervento gratuito a protezione del sito emerso, con recinzioni e il ripristino di muretti a secco. Speriamo bene!

Giuseppe Vinci




Link correlati:

La Via Traiana

Museo archeologico di Egnazia

Le dune costiere

Il Dolmen

NOTE
1 Art. 5 della legge 24 febbraio 1992 n. 225, previsto dall'articolo 4, comma 12, lettera b) della legge regionale 11/2001

Commenti

Anonimo ha detto…
Molto interessante sapere le ultime notizie circa la strada. Ci occupiamo della Traiana per un progetto che parte da Benevento fino a Brindisi. Visitate www.stradari.eu
Ernesto Paleani
giuseppe vinci ha detto…
Tra non molto ci saranno novità, purtroppo cattive. Segnaleremo l'ennesimo atto di prepotenza e abuso.
State in campana.

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